Metodologia

Interpretare un Landscape intersezionale

Il territorio della foce del Magra è Landscape intersezionale, spazio di contatto tra diversi paesaggi e diversi processi geomorfologici, la cui convergenza ha influito per millenni, sino ad oggi, tanto sulla morfologia quanto sulla rappresentazione della foce del fiume.

Da una barca in mezzo alla foce (quella di oggi, quella dell’antica Luni o quella dell’ultima glaciazione?) quali sono le cime più alte che si vedono? I punti di osservazione si stagliano dall’appennino tosco-emiliano verso il Passo della Cisa (nord), alle colline di Livorno (sud), al Monte Sagro delle Apuane (est), alla la Rocchetta sul promontorio del Caprione (ovest). Da ognuna di queste alture si possono osservare panorami diversi e mutevoli nel tempo, che però nella foce hanno sempre trovato il loro punto di intersezione.

Per interpretare questo paesaggio-contesto verrà adottata un’analisi multidisciplinare (climatologica, geologica, sociologica e storica) che possa leggere il presente in una prospettiva di lunghissimo periodo, quella propria della relazione millenaria tra i tempi del fiume e la vita delle persone. Si studieranno le memorie della terra, racchiuse nei sedimenti fluviali, e le memorie delle persone, rilevabili da fonti storiche e racconti orali, per determinare la frequenza delle grandi alluvioni e porre queste ultime in relazione con i mutamenti climatici e con le risposte culturali e fattive espresse dalle comunità esposte al rischio idrogeologico.

Studiare un territorio attraverso le sabbie

I fiumi non sono solamente linee e confini di un paesaggio, ma anche scultori del territorio. L'acqua delle piogge altera e frammenta le rocce, e scorrendo a valle le trascina dalle montagne verso il mare. I processi erosivi e deposizionali si sviluppano nel corso di milioni di anni, generalmente con molta lentezza, ma alla foce dei grandi fiumi possono divenire particolarmente rapidi. Nel corso dei secoli una baia può diventare una palude, poi una pianura, poi di nuovo una baia; nel breve tempo di una generazione possono anche formarsi e sparire isole, e i fiumi possono cambiare corso. Le alluvioni  sono acceleratori di questi processi: l'enorme quantità di acqua che scende a valle erode suoli e rocce, causa frane, divora la terra e ne crea di nuova.

Le piene causano significative variazione del letto del fiume e della linea di costa. Studiando  queste trasformazioni è perciò possibile ricostruire il clima del passato. La traccia dell'erosione delle montagne si trova anche nelle sabbie. Secondo l'equazione universale dell'erosione la quantità di sedimento portata a valle dal fiume è legata a cinque variabili: 1) pendenza del versante, 2) caratteristiche della roccia, 3) caratteristiche del suolo, 4) copertura vegetale 5) intensità e durata della pioggia. Dato che le rocce cambiano di valle in valle, le caratteristiche del sedimento eroso che si deposita alla foce indicano le zone dove ha piovuto maggiormente. I fiumi portano al mare preziose informazioni  registrate nella sabbia, studiandola è possibile capire quanto ha piovuto, dove e quando, in questo modo ricostruendo un frammento di storia climatica.

Informazioni di questo tipo sono fondamentali per la progettazione  delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico che debbono tener conto dell'incidenza degli eventi di piovosità eccezionale che hanno tempo di ritorno di 100, 200, 500 anni. Allo stato attuale delle conoscenze, disponiamo di serie metereologiche di al massimo cento anni che perciò permettono limitate considerazioni di più lungo periodo. Le memorie della terra racchiuse nelle sabbie sono perciò un elemento fondamentale per comprendere il territorio. Le sabbie verranno raccolte con una serie di carotaggi, effettuati a mare in prossimità della foce, raggiungendo gli strati più profondi che racchiudono le memorie degli eventi più antichi. In laboratorio sarà possibile analizzare i minerali contenuti nelle sabbie per determinare da quali rocce esse provengano grazie al confronto con i campioni prelevati lungo il Magra e i suoi affluenti principali, il Vara e l'Aulella (leggi qui).

Conoscere il clima attraverso i microfossili

Le sabbie marine sono formate in parte da materiale portato dai fiumi e in parte da resti di organismi viventi. I gusci e gli scheletri di molluschi e coralli possono formare grandi accumuli di sedimento, come accade nelle spiagge tropicali. Anche se lungo la costa ligure non si hanno spiagge interamente biogeniche, cioè generate esclusivamente dai resti di questi organismi, lo studio in dettaglio del sedimento evidenzia la presenza di conchiglie e di microrganismi con guscio minerale.

Questi microrganismi, molto piccoli ma anche molto numerosi, vivono sul fondale marino e sono un importante rivelatore delle condizioni ambientali in cui crescono. A seconda della temperatura in cui vivono, il guscio dei microrganismi ha una composizione chimica e isotopica diversa (leggi qui): studiando la composizione del loro scheletro fossilizzato possiamo determinare la temperatura in cui sono cresciuti. A differenza degli esseri umani, questi microrganismi sono unicellulari e la loro aspettativa di vita è relativamente breve (da qualche mese a un paio d'anni); studiando i loro gusci è possibile conoscere la temperatura del passato in brevi intervalli di tempo, corrispondenti alla durata della loro vita (organismi più longevi restituirebbero perciò un dato meno puntuale).

Analizzando sedimenti profondi e antichi possono emergere esemplari fossili vecchi di centinaia, migliaia e milioni di anni che consentono di gettare lo sguardo su un passato molto remoto che altrimenti sarebbe impossibile indagare. I carotaggi effettuati nello specchio di mare in prossimità della foce del fiume consentiranno di raccogliere esemplari molto antichi  da cui dedurre la dinamica del clima nel lunghissimo periodo. La stretta relazione tra temperatura e piovosità dimostra la rilevanza che lo studio dei microfossili ha per indagare nel tempo la portata del fiume, la frequenza delle piene e la loro  intensità, cioè le variabili più significative per comprendere le alluvioni.