Il progetto Memorie della terra, memorie delle persone: alluvioni, clima e società alla foce del Magra è stato finanziato dal programma Bicocca Starting Grants 2020 dell'Università di Milano Bicocca per promuovere ricerche interdisciplinari condotte da un team composto da assegnisti di ricerca afferenti a diversi dipartimenti dell'Ateneo.
Il Magra è il più importante fiume della Liguria.
Scorre lungo un territorio stretto fra i monti e il mare, il tratto focivo è stato sede di insediamenti umani fin dal 500 AC. La fortuna e il declino delle comunità della foce del Magra sono stati intrinsecamente legati alle dinamiche del clima e del fiume. Il progressivo interramento della foce ha posto fine all’attività portuale della antica colonia romana di Luni, mentre nei secoli a noi più prossimi il consolidamento della linea di riva e la bonifica delle paludi hanno favorito l’urbanizzazione della foce e il turismo.
La piana, la foce e il Caprione dai colli di Luni
La foce del Magra dal promontorio del Caprione
Come il resto della Liguria, la foce del Magra è un territorio soggetto a eventi climatici estremi con conseguenze gravissime per abitati e attività produttive. L'aumento delle temperature dovuto all'effetto serra potrebbe rendere simili fenomeni più frequenti e violenti, tuttavia, disponendo di serie meteorologiche soltanto per gli ultimi due secoli, non si hanno elementi sufficienti per verificare empiricamente questa affermazione. Allo stesso tempo, la difficoltà di rintracciare voci, esperienze e memorie delle persone nel dibattito pubblico rende ad oggi impossibile verificare la percezione delle alluvioni catastrofiche nelle comunità e analizzare in modo critico le risposte di queste ultime ad eventi traumatici quali sono le alluvioni più distruttive.
L’integrazione tra indagine geologica, climatologica e storico-sociale permetterà, in modo inedito, di comporre in un quadro unitario la relazione tra alluvioni, clima e società. Sondando le memorie della terra e quelle delle persone si determinerà se le grandi alluvioni sono diventate più frequenti negli ultimi millenni, se sono lette dalle comunità locali come eventi naturali ricorrenti o come fenomeni eccezionali, e se il crescente conto dei danni è attribuibile più ai cambiamenti climatici globali o alle azioni umane locali.
Il ponte della Colombiera distrutto nell'alluvione del 2011
Cronoprogramma
Il progetto si articola in 12 mesi di attività di studi, ricerche su campo e attività di divulgazione mirate alla popolazione ed in particolare alla comunità locale. Lo schema presenta una linea di massima del cronoprogramma delle attività nei limiti delle ristrettezze imposte dalla pandemia