Rilievi geofisici in preparazione ai carotaggi

Per ottenere informazioni dettagliate sul fondale delle zone dove effettuare i carotaggi e sui sedimenti che le costituiscono sono stati realizzati dei rilievi geofisici.

Questo tipo di analisi prevede l’uso di un potente sonar che invia un impulso attraverso la colonna d’acqua ed attraverso i sedimenti sul fondale e che, sulla base del ritorno dell’impulso sonoro, riesce ad ottenere informazioni sulla stratigrafia locale e sulle caratteristiche dei sedimenti (in maniera analoga all’ecografia). La tecnica permette quindi di sapere cosa si trova al di sotto del fondale e di capire quindi se i punti individuati sono adatti oppure no a un eventuale carotaggio.

Siccome il progetto intende focalizzarsi sullo studio dei primi metri di sedimento che racchiudono informazioni relative agli ultimi 2500 anni, si è scelto uno strumento dotato di altissima risoluzione (Edgetech SB424), in grado di risolvere strati di sedimento con un spessore fino a 3 cm.

I dati raccolti hanno permesso di constare che nell’area in esame non sono presenti tracce di escavazioni o altre attività antropiche che potrebbero precludere i carotaggi o inficiare la validità dei risultati scientifici raccolti. Le immagini sonar indicano inoltre che la stratificazione è molto chiara e non confusa o disordinata dall’azione delle onde e degli organismi bioturbatori, confermando che con lo studio delle carote di sedimento sarà possibile investigare in dettaglio i diversi strati legati alle varie piene del fiume Magra. Lo studio ha anche permesso di individuare importanti elementi geomorfologici quali una grande superficie erosiva probabilmente legata alla risalita olocenica del livello del mare (legata alla fine dell’ultima glaciazione circa 11000 anni fa) e antichi canali fluviali creatisi quando, durante l’ultima glaciazione, il livello del mare era un centinaio di metri inferiore a quello attuale. Oltre alla riduzione dei rischi durante i carotaggi, questo studio geofisico permetterà infine di correlare fra loro le carote usando la traccia degli strati individuati dal sonar, permettendo così di unire in un quadro completo i dati forniti dai carotaggi.